Cari apprendisti falegnami, finalmente dopo tanto tempo torno sul mio amato blog a comunicare con voi nella forma che preferisco.
Non solo parole però in questo nuovo articolo, ma un vero e proprio nuovo progetto.
Un lavoro davvero serio che, quando mi è stato proposto, non avevo idea di quanto tempo mi avrebbe preso tra progettazione, scelta e reperimento del materiale e realizzazione pratica.
Nel mezzo mi sono trovato anche a traslocare quindi i tempi si sono dilatati ulteriormente diventando praticamente biblici. Il tutto aggravato ancor di più da un periodo in cui il mio lavoro mi ha richiesto uno sforzo superiore al solito impegnandomi gran parte della giornata, fine settimana compresi…
Quei fine settimana che solitamente amo passare in garage fra pialle e trucioli.
Ma si trattava comunque di un progetto importante per me perché sarebbe dovuto essere il mio tavolo da pranzo nella nuova casa, quindi non potevo farne a meno anche perché non ne avevo uno di riserva!
Inoltre è stata una vera e propria sfida con me stesso e con le mie capacità di lavorazione del legno, con tutto ciò che comporta, soprattutto la risoluzione di imprevisti e problemi vari.
In realtà, proprio per via della complessità del progetto, ho deciso di non descrivere tutto il percorso in un unico articolo, ma di farne una sorta di mini-format composto da più puntate.
Questa formula mi consente di spiegare meglio il viaggio che ho percorso in questi 6 mesi di lavoro discontinuo!
Il mio obiettivo non è fare un tutorial su come realizzare il tavolo, ma farvi vedere il mio personale processo costruttivo (dall’idea alla realizzazione passando per progettazione e imprevisti di vario tipo) applicabile a qualsiasi altro lavoro di falegnameria.
Tavolo di design: Reverse Engineering e progettazione
Come dicevo questo tavolo in legno e vetro è un progetto complesso, non tanto nella forma, ma nella realizzazione perché ispirato ad uno già esistente.
Infatti mi è stato espressamente richiesto dalla mia compagna.
Eravamo in uno showroom di arredamento con l’obiettivo di scegliere una cucina per la nuova casa e abbiamo visto in esposizione questo tavolo tanto minimale quanto elegante: ne siamo rimasti folgorati entrambi!

Non si trattava di un comune tavolo con un piano e 4 gambe, ma di un tavolo con un concetto di Design ben definito composto da un blocco superiore in legno squadrato e monolitico e una struttura inferiore in vetro che fa apparire il blocco superiore come se fosse sospeso a mezz’aria…
Semplicissimo all’apparenza ma, come ben sappiamo, gli oggetti che appaiono più semplici in realtà alla fine risultano i più complicati da realizzare.
Quando ci siamo informati sul prezzo però i nostri sogni di vederlo in casa si sono schiantati al suolo in un attimo: era totalmente fuori budget!
Anche le dimensioni comunque erano sproporzionate rispetto allo spazio in cui avremmo dovuto collocarlo.
Così la mia compagna mi ha chiesto “Pensi di essere in grado di replicarlo con le dimensioni giuste per noi e ad un costo sostenibile?“
Dopo qualche secondo di tentennamento ho risposto che avrei potuto pensarci, ma prima dovevo capire bene come fosse fatto l’originale per prendere spunto e capirne il sistema costruttivo.
In pratica dovevo fare quello che viene definito Reverse Engineering, partire da un oggetto finito per risalire a come è stato costruito “smontandolo” pezzo per pezzo.
Ovviamente non potevo mettermi a smontare il tavolo nel bel mezzo dello Showroom…
Così ho iniziato a scattare delle foto per catturare quanti più dettagli tecnici e costruttivi possibili concentrandomi sui punti che reputavo critici.
Dopo il reverse engineering: la progettazione vera e propria
Le giornate successive, dopo una vana ricerca di un tavolo simile con dimensioni adeguate alle nostre esigenze, sono state dedicate quasi totalmente alla riflessione su come realizzare praticamente il mio progetto.
Quindi ho iniziato a cercare in rete la maggior parte di dettagli costruttivi possibili su questo tavolo, ma non ho trovato granché; ovviamente essendo un prodotto commerciale non è possibile trovare i disegni di come è realizzato per via della proprietà intellettuale e industriale dei progetti.
Perciò ho dovuto fare da me e studiare le foto che avevo scattato e quelle trovate sul web per trovare da solo le soluzioni ai problemi costruttivi.
Progettazione di un tavolo di design: scelta del legno
Come dicevo nell’articolo sulla progettazione nella falegnameria, questo nel 99,9% dei casi non è un processo lineare e definito, ma si salta da un aspetto all’altro man mano che ci rendiamo conto dei problemi realizzativi che potremo incontrare.
Quindi, dopo aver analizzato il più possibile dal vivo il tavolo da riprodurre e fatto un veloce sketch per definire le misure di massima, sono passato alla scelta dei materiali.
Per deformazione dovuta alla passione per la falegnameria sono partito dalla scelta del legno…
L’originale è fatto con un legno chiamato rovere wildwood, un rovere molto invecchiato, spazzolato e con poche crepe colmate con resina epossidica nera.

All’inizio, avendo poca esperienza sia con i tavoli che con il rovere, avevo pensato di usare dei travi di abete lamellare, più facile da reperire, lavorare e più economico da tingere poi con un impregnante color rovere.
Idea scartata subito perché esteticamente non avrebbe somigliato nemmeno lontanamente all’originale.
Ad un certo punto avevo anche valutato di usare dei travi di castagno, ma poi ho scartato totalmente il discorso travi…
Perché?
Perché volevo fare in modo che la parte superiore fosse una sorta di scatola con 2 fessure in cui si inserissero i vetri (più avanti vedremo nel dettaglio il motivo di questo particolare).
Così alla fine la scelta è ricaduta su tavole di rovere massello da unire per formare questa scatola.
Progettazione di un tavolo di design: scelta del vetro
Questa scelta è altrettanto fondamentale per la riuscita del progetto perché il vetro costituisce la base del tavolo e quindi è lui che sopporta tutto il peso del manufatto.
Di tavoli fatti in questo modo non se ne vedono molti proprio per questo problema strutturale.
Ma la delicatezza che ho individuato nella fase di progettazione non stava tanto nella robustezza del vetro quanto, in particolare, nella giunzione fra il legno e il vetro: quello era per me il punto dolente.

Nel tavolo che avevo analizzato dal vivo non era ben chiaro come fosse questa giunzione, ma si vedevano solo dei profili a L di acciaio posti nel punto in cui vetro e legno si incontravano.
Così ho messo in moto le idee e alla fine ho deciso che avrei fatto due fessure nella faccia inferiore della scatola in legno per inserire il vetro all’interno e lì bloccarlo in qualche modo; questo avrebbe dato più robustezza al vetro stesso e quindi più rigidità alla struttura del tavolo.
Ma che spessore doveva avere il vetro?
Ecco che salta fuori di nuovo la deformazione…
Infatti quando ho analizzato il tavolo dal vivo in showroom mi sono concentrato soprattutto sul legno e non ho fatto troppo caso allo spessore dei vetri; anche riguardando le foto non ce n’era nemmeno una in cui si riuscisse a comprendere bene questa dimensione.
Così mi sono affidato ad un vetraio e gli ho mandato il mio progetto chiedendogli un consiglio tecnico: secondo lei che tipologia e che spessore di vetro dovrei usare?
La risposta mi ha lasciato a bocca aperta!
Sul tipo di vetro non sono rimasto troppo sconvolto perché sapevo di aver bisogno di un vetro temperato, ma glielo avevo chiesto per ulteriore conferma.
Quello che mi ha lasciato perplesso invece è stato lo spessore che mi ha consigliato: 30 mm!!!
Un vetro da 30 mm di spessore è qualcosa di spropositato che ha un peso incredibile sia dal punto di vista fisico che estetico…
Avrei perso tutto il senso di leggerezza che doveva avere il mio tavolo.
Così ho fatto qualche valutazione a spanne e mi sono affidato al mio istinto e alle foto trovate sul web del tavolo che volevo imitare.
A quanto pare l’originale monta vetri temperati da 14 mm di spessore.
Io, per sicurezza, li ho sovradimensionati e ho scelto vetri da 18 mm per dare maggior robustezza alla struttura e rassicurare la mia compagna che aveva un po’ di paura…
Progettazione di un tavolo di design: unire legno e vetro
Questo è stato il punto su cui avevo più dubbi in fase di progettazione: come unire legno e vetro con una giunzione stabile e robusta senza stravolgere il design del tavolo.
Anche qui ho fatto migliaia di ricerche senza trovare risposte e alla fine ho trovato da solo la soluzione…
Avrei fatto forare i vetri dal vetraio e inserito i vetri nella “scatola” dove con 2 listelli in legno avvitati li avrei bloccati con dadi e bulloni.
Perfetto!
E invece no…
Progettare un tavolo di Design in rovere e vetro: Conclusioni
La fase di progettazione, come già detto, non finisce quando si inizia a costruire, ma continua durante tutto il processo realizzativo.
Per questo l’articolo finisce qui, ma nei prossimi vedremo come ho risolto imprevisti che durante la progettazione non avevo minimamente intuito o che mi ero lasciato appositamente da affrontare nel momento della costruzione.
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Buon lavoro e buon divertimento.
Alla prossima!
Ottimo lavoro complimenti unica cosa personalmente avrei smussato i lati lunghi come fosse stato la fine dell’albero .. Comunque ottimo veramente
Ciao Guglielmo, grazie per i complimenti, ma quello nelle foto non è il tavolo realizzato da me. Questo è quello originale a cui mi sono ispirato, infatti nell’articolo si parla dell’idea. Prossimamente pubblicherò anche le foto della mia realizzazione ed il risultato finale. Per quanto riguarda l’idea di smussare i lati lunghi per riprodurre il cosiddetto “live edge” delle tavole grezze in questo caso ho preferito avere un design minimale e pulito. Grazie ancora per il commento e il consiglio!
Sono finito sul tuo blog proprio ricercando idee per creare lo stesso tipo di tavolo.
Anche io sto optando per il rovere massello 190×95, mi sto imbattendo però in non poche difficoltà per la scelta del vetro. L’originale (per le info che sono riuscito a reperire io) monta delle lastre di temperato extrachiaro spessore 12mm (si, anche a me sembrava poco).
Tuttavia sto avendo difficoltà a reperire queste lastre a prezzi accettabili. Ultimo preventivo mi hanno chiesto 300€ per vetro normale (non extrachiaro) e 450€ per spessore 15mm.
Hai avuto modo di fare ricerche in merito?
Mi piacerebbe avere aggiornamenti riguardo al tuo progetto
Ciao Francesco, grazie per il commento. Per l’acquisto del vetro, dopo essermi rivolto a diversi vetrai, ho scelto il servizio online di pannellosumisura.it. Basta inviargli il disegno e scegliere il tipo di vetro e consegnano a domicilio in tempi ragionevoli e prezzi leggermente più bassi di quelli che hai indicato tu. Comunque parliamo di qualche mese fa quindi i prezzi potrebbero essere aumentati anche lì. Ti consiglio di fare un tentativo
ciao, complimenti per l’articolo, super interessante! anch’io sto cercando di capire come realizzare lo stesso tavolo; ho trovato una plancia in legno di bubinga spazzolato, dimensioni 220×140, spessore 8cm e peso 220kg circa…esattamente come lo volevo! penso di mettere 3 gambe ad H, e come spessore pensavo ad un 15-19mm temprato. Il mio grosso dilemma è come fissare il vetro al legno: considerato lo spessore del legno di 8cm pensavo di ricavare con il pantografo degli “incastri” per il vetro profondi 3cm, e poi eventualmente rinforzarlo con un ferro profilo L 3x3cm….anche se probabilmente una volta posata la plancia sul vetro non dovrebbe più muoversi nulla…cosa ne pensi? tu come hai risolto? grazie mille!
Ciao Matteo, grazie per i complimenti! Il mio non è una tavola unica, ma il top è una sorta di scatola formata con diverse tavolette incollate. Questo mi ha permesso di inserire il vetro all’interno del legno e avere una giunzione molto più robusta. Nei prossimi articoli mostrerò nei dettagli come ho fatto, ma sostanzialmente questo è stato il “vantaggio” che mi sono creato. Nel tuo caso userei il vetro da 19 mm e sovradimensionerei la giunzione, quindi anche un profilo 40×40 abbastanza spesso e incassare il vetro più possibile nel legno; se hai 8 cm farei un incasso di almeno 4/5 cm.
grazie per la risposta! scusa, mi sono espresso male: anche il mio non è un TOP unico, ma formato da più tavole. sicuramente terrò buono il tuo consiglio, e cercherò di inserire il vetro nel legno il più possibile (4-5cm), oltre a sovradimensionare il profilo della giunzione ad un 4×4. Aspetto però con ansia il tuo nuovo articolo, così da poter vedere qualche foto 😉 grazie ancora!